Multiverso, Mondi Paralleli, Fisica Quantistica

Multiverso sta per molteplici universi, dove Universo indica l’unico che rientra nella sfera delle nostre attuali conoscenze fisiche. Ma è proprio da queste che è scaturita la visione molteplice nell’ambito dell’unico Universo, ossia i Mondi Paralleli, coesistenti come in una quarta dimensione, poi quinta e così via fino al buco nero che le contiene tutte, anzi ne contiene infinite. Ma andiamo per gradi.

Ripartiamo da Einstein e la sua famosissima equazione e=mc2 , dove e sta per “energia”, m “massa”, c “velocità della luce”. Tralasciando gli aspetti squisitamente fisici riassumibili in una serie di lavagne da aula universitaria, quello che ci interessa è l’introduzione, per la prima volta, dell’energia associata al concetto di corpo “finito”, cioè circoscritto al suo essere visivo. E siccome l’energia si muove nell’aria, come un raggio di sole, e il movimento ha forma d’onda ecco il perché della velocità della luce associata ad un corpo fermo che si ritrova ad esistere anche come forma di energia. Ciò gli permette di poter essere presente in più dimensioni contemporaneamente, in “mondi paralleli”. Dipende dagli angoli di visuale, o misura.

Siamo ai rudimenti della Fisica Quantistica così chiamata per il “quantum” di energia associata ad un corpo, ma sono le basi anche della metafisica olistica: secondo la Medicina cinese il corpo umano vibra a frequenze, misura dell’onda, che la patologia interdice creando dei blocchi di energia, possibili da rimuovere ad esempio attraverso la pranoterapia vibrazionale, o la chiropratica, o branche innovative della neuroscienza che collega la scienza a potenzialità cerebrali ancora tutte da definire, una su tutte le “cellule staminali”. Ma la stessa Meditazione fonda sulla dislocazione energetica dello spazio, quando invita a concentrarsi sulla distanza intercorrente fra un corpo e se stesso, una delle pratiche più difficili dell’ascetismo adimensionale.

Dove aiuta il Multiverso nella pratica di tutti i giorni, nel rendere plausibili dimensioni diverse da quella patologica, aiutando il cervello a considerarle reali oltre che possibili. A livello inconscio il cervello non fa differenza fra un’esperienza intensamente immaginata e una realmente vissuta, quindi il trasferimento su mondi paralleli, attuato con pratiche trascendentali, può indurre la mente a riprogrammare, meglio ricondizionare, la risposta dell’organismo a determinate insidie patologiche, con tecniche definite di “autoguarigione” o “self-help”.

Cito un solo esempio tratto dal libro “Tu sei il placebo” di Joe Dispenza: un gruppo di anziani sono stati portati a vivere, per esperimento, in un contesto fisico riproducente in tutto e per tutto la vita di vent’anni antecedente. Ebbene dopo alcuni giorni sono state riscontrate sui soggetti delle modificazioni fisiche oltre che emotive.

In questo momento in qualcuno dei Multiversi stiamo vivendo in pace, in ottima salute e perché no, sommati tra di loro, a lungo. Senza il pensiero della Morte, perché “La violenza è una forma di emancipazione dalla Morte. Uccidendo qualcuno gli si trasferisce quella Morte che sentiamo attaccata a noi” (Don DeLillo)